I quadri matematici di
Mario Dell’Agata
di Anna Dell'Agata
Sunto: In questo articolo si discutono alcune delle opere pittoriche dell’artista e matematico Mario Dell’Agata. La sua invenzione originale di dare vita con forme e colori a pastello a curve e teoremi matematici, ossia al prodotto più astratto della mente umana, non ha perso a distanza di 40 anni dalla loro creazione, la sua essenza e valenza di originale attualità. Si conduce un’analisi critica dei cinque quadri proposti, sia sul piano stilistico formale, sia sul piano dei simbolismi, trasparenti del resto in una palese iconografi a. Da questa emerge una fi losofi a esistenziale, che, come un perfetto teorema cosmico costruisce l’etica eterna dei valori tra uomo e ambiente. Il saggio di Franca Toller conclude le analisi e le argomentazioni con un icastico ritratto della fantasia e genialità creativa di Mario. La fi ne studiosa e storica dell’arte, nel defi nire il pittore matematico un intelletto anti-cartesiano, fa luce sulla problematica che aveva attraversato il dibattito negli ambienti accademici tra gli anni Trenta e Quaranta sul collegamento tra la pura astrazione matematica e le sue radici nella empiricità sensoriale dell’uomo. Questa tesi fu posta e divulgata, anche con una pubblicazione di Lucio Lombardo Radice, dal grande maestro di Mario e di Lucio stesso, Federigo Enriques.
Abstract: This article discusses some of the paintings by the artist and mathematicianMario Dell’Agata. His original invention of giving life with pastel shapes and colors to mathematical curves and theorems, that is the most abstract product of the human mind, has not lost its essence and original relevance 40 years after their creation. A critical analysis of the fi ve proposed paintings is carried out, both on the formal stylistic level and on the symbolism level, transparent moreover in a clear iconography. From this emerges an existential philosophy, which, like a perfect cosmic theorem, builds the eternal ethics of values between man and the environment. Franca Toller’s essay concludes the analyzes and arguments with an icastic portrait of Mario’s imagination and creative genius. The fi ne scholar and art historian, in defi ning the mathematical painter as an anti-Cartesian intellect, sheds light on the problem that had crossed the debate in academic circles between the thirties and forties on the connection between pure mathematical abstraction and its roots in sensory empiricity of man. This thesis was posed and divulged, also with a publication by Lucio Lombardo Radice, by the great master of Mario and Lucio himself, Federigo Enriques.